Il carciofo in cucina: tra tradizione e innovazione

Scopri come chef e abitanti del luogo reinterpretano il carciofo con piatti autentici e innovativi legati al territorio

Il carciofo (Cynara cardunculus var. scolymus) ha una storia antichissima, con radici che affondano nella cultura mediterranea. Il suo nome sembra derivare dall’arabo "al-kharshuf", adattato successivamente nelle lingue romanze.

Tuttavia, alcuni storici fanno risalire l’etimologia al latino "cynara", che si riferisce a un’antica leggenda greca legata a una ninfa trasformata in carciofo da Zeus.

La coltivazione del carciofo nella Piana del Sele ha origini che risalgono almeno al periodo romano, quando questa pianta era apprezzata sia per le sue proprietà medicinali che per il gusto raffinato.

Durante il Medioevo, il carciofo divenne un elemento chiave nelle colture locali grazie agli scambi commerciali con il mondo arabo e, successivamente, alla valorizzazione agricola avvenuta in epoca borbonica.

  • Il carciofo (Cynara cardunculus var. scolymus) ha una storia antichissima, con radici che affondano nella cultura mediterranea. Il suo nome sembra derivare dall’arabo "al-kharshuf", adattato successivamente nelle lingue romanze.

    Tuttavia, alcuni storici fanno risalire l’etimologia al latino "cynara", che si riferisce a un’antica leggenda greca legata a una ninfa trasformata in carciofo da Zeus.

  • Il carciofo (Cynara cardunculus var. scolymus) ha una storia antichissima, con radici che affondano nella cultura mediterranea. Il suo nome sembra derivare dall’arabo "al-kharshuf", adattato successivamente nelle lingue romanze.

    Tuttavia, alcuni storici fanno risalire l’etimologia al latino "cynara", che si riferisce a un’antica leggenda greca legata a una ninfa trasformata in carciofo da Zeus.

Tra le varietà storiche coltivate nella zona si distingue il carciofo di Paestum IGP, noto per la sua forma tondeggiante e la consistenza tenera.

Un tempo, erano diffuse altre varietà meno conosciute come il "Violetto del Sele" e il "Carciofo Spinoso Campano", quasi scomparse e ripristinata da Progetto Meristema grazie alla tecnica della micropropagazione. La coltivazione avveniva in piccoli appezzamenti, con tecniche tramandate di generazione in generazione. Gli agricoltori utilizzavano sistemi di rotazione delle colture e pratiche sostenibili, senza l’uso intensivo di fertilizzanti chimici.

Il carciofo della Piana del Sele e di Paestum rappresenta non solo un prodotto di eccellenza ma anche un patrimonio storico e culturale che merita di essere valorizzato.

Grazie alle pratiche di agricoltura sostenibile, come quella di Progetto Meristema, e alla riscoperta delle varietà antiche tramite micropropagazione, questa tradizione può continuare a prosperare e a deliziare le future generazioni.